Prime Esperienze
il professore
di godere15
25.09.2020 |
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"Luigi ritornò a dedicarsi al mio cazzo con mani bocca e lingua e, per la prima volta, cominciò a solleticarmi il buco del culo, cosa che, dopo la sorpresa..."
Da ragazzo negli anni ’70, nonostante la liberazione sessuale arrivare a scopare era ancora difficile per cui io, come molti miei amici, ci spostavamo in una città più grande, non lontano dal paese dove vivevamo, per sfogarci nei cinema a luci rosse. Grazie al fatto che sembravo più grande dei miei appena compiuti 17 anni, io riuscivo a superare il controllo dell’arcigno bigliettaio. Lo sfogo era assicurato nel cinema dai culattoni, senza offesa per la definizione, che offrivano mani, bocca e qualche volta anche il culo ai giovani cazzi in cerca di piacere. Qualcuno di questi a volte allungava anche una mancia che faceva comodo per qualche sfizio che con le nostre povere finanze non ci saremmo mai potuti permettere. Mi stavo acculturando sulle passioni erotiche delle monache di clausura, quando mi si avvicina un signore piuttosto distinto, diverso dai frequentatori soliti del cinema e sostituisce la sua mano alla mia nel su e giù sul cazzo che avevo cacciato dai pantaloni. Fin qui niente di strano. Improvvisamente stacca la mano e la sostituisce con la bocca e la lingua. Questa è una cosa che mi ha sempre fatto impazzire e lui mi porta sull’orlo di una mega sborrata, si ferma e mi dice: Che ne dici di continuare a casa mia? Rimasi a bocca aperta con la cappella violacea pronta a schizzare tutta la sborra che quel meraviglioso pompino mi aveva fatto montare e, senza pensarci, dissi Si con un filo di voce. Ricomponendosi prontamente il professore, era questo il soprannome che gli avevano affibbiato come scoprii in seguito, mi disse seguimi fuori, ho la macchina qui vicino. Quasi in trance rimisi il cazzo dentro i pantaloni, chiusi la cerniera e gli andai dietro. Non immaginavo che significasse andare a fare sesso a casa del professore. Nel tragitto verso casa sua un paio di volte, con discrezione, mi toccò il pacco, più che altro per sincerarsi se fosse venuta meno la consistenza. Abitava in una casa singola, isolata ma non lontana dal centro. Lasciò la macchina fuori e mi condusse in casa. Appena entrato fui sorpreso dalla quantità di libri che spuntavano dappertutto, sulle sedie, sul divano, sulla scrivania a terra. Luigi, così si chiamava il professore, insegnava lettere al Liceo di un’altra città ma era rimasto a vivere lì forse per evitare che le chiacchiere di paese arrivassero alle orecchie del Preside e dei colleghi. Scostando qualche pila di libri mi fece accomodare sul divano, mi offrì una sangria, bevanda a me sconosciuta, che lui preparava d’estate e la sete era tanta. Mentre stavo bevendo, Luigi si accomodò accanto a me e cominciò ad accarezzarmi lungo tutto il corpo, sfiorandomi con la lingua sul collo e poi più giù. Così facendo mi aprì la camicia e poi mi abbassò i pantaloni liberandomi il cazzo dalle mutande e ricominciò il pompino da dove si era fermato nel cinema. Dopo qualche minuto, si alza e va verso la televisione, prende qualcosa da uno sportello e fa partire una videocassetta. Questo film è del genere che tu conosci bene, mi dice, non so se questo lo hai mai visto. Presto attenzione al film e vedo che c’è una donna in macchina che sta attraversando una città americana, arriva ad una casa di quelle tipiche americane con il giardino davanti, entra in casa e posa la spesa sul tavolo e, rivolgendosi a qualcun altro nella stanza dice: non pensate ad altro che a scopare. L’inquadratura si sposta e si vede che c’è una donna seduta sulla cucina a gambe larghe con un uomo che le sta leccando la fica. Stacco e titolo: Gola profonda. Non l’ho visto gli dissi ma promette bene. Luigi ritornò a dedicarsi al mio cazzo con mani bocca e lingua e, per la prima volta, cominciò a solleticarmi il buco del culo, cosa che, dopo la sorpresa iniziale, cominciai ad apprezzare. Tra la sborrata fermata a in precedenza, il film e il pompino da maestro di Luigi, non resistetti molto ed avvisai il professore che stavo venendo, sapevo che non a tutti piaceva la sborra in bocca. Ma Luigi non fece una piega e succhiò tutto fine alla fine. In verità se ne fece schizzare un po' in faccia ed il resto giù per la gola. Mi si avvicinò e mi disse puliscimi la faccia come io ti ho pulito il cazzo, tanto è roba tua, non dirmi che non l’ha mai provata. In effetti più volte mi ero sborrato in mano per poi leccarmi tutto, anzi qualche volta avevo provato a farmi il pompino da solo ma non ci ero riuscito e mi ero accontentato di sborrarmi in faccia. Con finta ritrosia, mi avvicinai e gli leccai la mia sborra dal viso, non potendo evitare di sfiorare la sua lingua dove era rimasta qualche goccia di sborra, finimmo per scambiarci un bacio profondo per la prima volta in vita mia con un uomo. La cosa non mi fece senso più di tanto e Luigi se ne deve essere accorto perché mentre intrecciavamo le nostre lingue, con molta più passione di quella che ci aveva messo mia cugina qualche tempo prima, si denudò anche lui e mise in mostra un uccello di gran lungo più grande del mio che pure con i suoi 18 centimetri non era male. Il suo sarà stato oltre i 22 e la cosa mi preoccupò sulle reali intenzioni del professore. Mi prese per mano e mi condusse in bagno, ci allungammo nella vasca e con la doccia cominciò a lavarmi, non smettendo di stuzzicarmi con il sapone il forellino del culo mentre mi faceva il bidet. Ricominciò a baciarmi in bocca e poi mi leccava dappertutto. Mi sentivo in mano ad una puttana e lo lasciavo fare. Volevo solo godere. Luigi sapeva il fatto suo e distrattamente, dato il poco spazio della vasca, mi faceva capitare il suo cazzone tra le mani, me lo faceva sentire sul petto, me lo offriva verso la bocca, me lo strusciava tra le gambe. Un po' per la situazione, un po' per la curiosità di quel sentire quel coso così grosso tra le mani, cominciai ad sfiorarlo, lo accarezzai lungo tutta l’asta, gli solleticai le palle e tutto il perineo, raggiungendo il suo buco del culo! La cosa venne molto apprezzata perché Luigi si allungò per seguire meglio il movimento della mano lungo tutto il suo cazzo nella sega che ero partito a fargli. Ma non volle essere da meno e si girò posizionandosi in un 69 di lusso in cui però io lavoravo di mano e non di bocca. Trascorso qualche minuto, si alzò e mi disse andiamo sul letto che stiamo più comodi. Sul letto riprendemmo il lavoro interrotto e confesso che quel cazzo tra le mani era completamente diverso da quello che sentivo io quando mi segavo in bagno a casa. In quella posizione era più facile per Luigi raggiungere il mio buchetto la qual cosa mi faceva abbandonare a gemiti di piacere mai provati. Anche il mio lavoro, seppur solo di mano, procurava piacere ed ad un certo punto sentii il cazzone di Luigi ingrossarsi ancor di più, la cappella rossa, quasi violacea, la vena lungo l’asta pulsare e prima che mi rendessi conto cominciarono ad eruttare schizzi di sborra in tutte le direzioni, colpendo anche me, oltre che ricoprirmi la mano. La bocca e la lingua di Luigi unite a questo fatto inaspettato, al calore piacevole del liquido seminale che sentivo scorrere sulle mani mi fecero sborrare di nuovo con un’intensità inaspettata, come se non lo avessi fatto poco prima. Ah beata gioventù! Ma non era finita. Il professore aveva in serbo ancora qualche sorpresa. Con la bocca piena della mia sborra, mi si avvicina e comincia a baciarmi scambiandoci il mio liquido e non contento mi succhia tutta la sua sborra dalle mie mani e mi bacia, scambiandoci i nostri liquidi con le salive senza più riguardo, pensando solo a darci piacere come non mai almeno per me. Abbastanza stanchi ci allungammo sul letto e rispondendo ad una sua domanda confessai che non avevo mai scopato così prima, meno che mai con una donna. Al che gli occhi di Luigi brillarono e mi disse presto lo farai.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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